“Le dimissioni del Presidente Bardi sarebbero un atto di serietà, coscienza e rispetto per le Istituzioni. Principi che poco si sposano con la cronaca della politica regionale lucana.“ Lo scrive in una nota Carlo Rutigliano, segretario regionale di Articolo Uno.
“Ogni Consiglio Regionale – prosegue Rutigliano – è un colpo alla credibilità della politica e delle Istituzioni della nostra regione”. Per il segretario di Articolo Uno “non fa eccezione la seduta di ieri. L’ennesima a vedere la destra occuparsi esclusivamente di se stessa e della propria sopravvivenza piuttosto che delle urgenze che i lucani vivono quotidianamente. L’esempio di una politica – prosegue – scollata dalla realtà, rinchiusa nel palazzo e sorda alle richieste dei cittadini che dovrebbe rappresentare.
Il Governo regionale – sottolinea – è immobile su ogni fronte. La sanità è al palo, l’emigrazione sanitaria tocca i massimi storici e sono ormai incessanti le proteste da parte dei cittadini. Il bonus gas si è rivelato una scatola cinese di incompetenza, disorganizzazione e approssimazione e le imprese aspettano urgentemente supporto e sostegno che non è dato sapere se e quando arriverà. Ancora: i principali dossier di politica industriale sono al punto zero nonostante l’elevato rischio sociale a cui la Basilicata è esposta, mentre su PNRR e programmazione non si intravede progettualità, visione o strategia e fatichiamo a recepire anche le più banali direttive di carattere nazionale ed europeo.
Sullo sfondo – continua Rutigliano – una maggioranza inesistente. Incapace di produrre in autonomia finanche la semplice surroga di un consigliere dimissionario. Paralizzata dalle proprie lacerazioni al punto da non proferire parola durante il dibattito d’aula. Una condizione indecorosa e inammissibile, che rischia di far scivolare la Basilicata in una pericolosa aspirale regressiva e che non può trascinarsi oltre.
Bardi – conclude – prenda atto dello stato di inagibilità nella quale versano le Istituzioni regionali e metta fine a questa consiliatura ridando al più presto la parola ai cittadini. Non farlo significherebbe consegnare la Basilicata ad un sostanziale fermo macchine amministrativo e renderla prigioniera di una guerra di potere che nulla ha a che fare con il futuro dei lucani. Una pesante responsabilità, di fronte alla quale servirà mobilitare le migliori forze, civiche e politiche, di cui la Basilicata dispone.