Il Rapporto Svimez ci ricorda quanto sia grande la sfida che, come lucani, dovremo affrontare nei prossimi anni.
Il Covid ha piegato un Paese in cui erano già fortissime le diseguaglianze sociali e territoriali. Un’Italia divisa tra uomini e donne, tra territori poveri, sempre più poveri, ed una parte – progressivamente sempre più stretta – di ricchi sempre più ricchi. L’unica tra le grandi economie europee a non aver ancora completato il percorso di recupero dalla crisi 2008-2014.
In questa cornice, se è vero che gli effetti della crisi si sono abbattuti in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, lo stesso non si può dire della ripresa, che avrà un andamento fortemente differenziato a sfavore del Mezzogiorno. Questo vale in particolare per la Basilicata, che fa registrare una flessione del PIL del 9% nel 2020, che nel 2021 e nelle previsioni di crescita del 2022 si attesta sotto la media del Mezzogiorno. Una regione che primeggia solo in una classifica: quella del tasso migratorio, sopratutto dei neolaureati.
La fotografia di una generazione costretta tra la difficoltà di andar via e l’impossibilità di restare.
Al divario generazionale va a sommersi quello di genere: la quota di donne Neet è molto elevata nel Mezzogiorno, quasi 900mila, con valori intorno al 40% rispetto al 17% nella media europea. Il tasso di occupazione delle 20-34enni laureate da 1 a 3 anni è appena il 44% nel Mezzogiorno a fronte di valori superiori al 70% nel Centro-Nord. Un dato in netto peggioramento rispetto al periodo pre-covid.
C’è poi un’altra emergenza: al Sud un cittadino su 3 risiede in un Comune in crisi finanziaria. Che significa difficoltà nell’accesso ai servizi comunali: asili nido, servizi sociali, scuola primaria, acqua, rifiuti. E i lucani lo sanno bene. Sanno bene cosa significa farsi carico del rientro del debito attraverso una maggiore pressione fiscale e il taglio lineare dei servizi.
Le risorse del PNRR saranno fondamentali, è vero, ma da sole non saranno sufficienti a compensare questo ritardo. Una sfida decisiva riguarda, infatti, il coordinamento tra fondi del PNRR e fondi della politica di Coesione, che non possono andare avanti come due compartimenti stagni.
È evidente quanto sia forte l’esigenza di una classe dirigente capace di conoscere i reali bisogni del proprio territorio, di progettare guardando lontano e non al ritorno immediato, e sopratutto, di mettere a terra e realizzare quella visione. Lungimiranza, competenza, responsabilità. Qualità che chi sta governando la Basilicata, a cominciare dal Presidente Bardi, sta quotidianamente dimostrando di non avere.
Il rischio concreto è quello di vivere in una società sempre più diseguale, di scivolare sulla strada intercorsa in questi ultimi decenni: carenza di politiche di medio-lungo periodo, dispersione di risorse e opportunità, incapacità di realizzare infrastrutture, lento e progressivo spopolamento.
Per vincere questa sfida il Mezzogiorno, e con esso la Basilicata, non possono essere intesi soltanto come un’area da risollevare, ma devono essere il luogo in cui far nascere una politica nuova. Giusta e umana. Capace di costruire progresso. Capace di riaccendere la fiamma della speranza e ritessere i fili della fiducia.
In questo ognuno di noi, ciascuno per la propria parte, ha un pezzo di responsabilità.
Facciamocene carico.
Carlo Rutigliano
Segretario Regionale
Articolo Uno Basilicata