L’assessore Rosa dalle pagine del quotidiano annuncia con squilli di tromba la istituzione della facoltà di medicina presso l’Unibas, come il risultato di un lavoro del centrodestra , il raggiungimento di un obiettivo elettorale a fronte di tanti anni di promesse vane del centrosinistra.
Non è mia intenzione fare propaganda elettorale: è un tema davvero che mi appassiona poco in questo contesto, però leggendo l’articolo due considerazioni mi sono sorte spontanee.
1) Sarebbe stato corretto e rispettoso della verità riconoscere che l’obiettivo che si è raggiunto non è frutto soltanto della iniziativa e del lavoro fatto da Bardi , Leone Rosa e c., ma di un lavoro di squadra.
Sarebbe stato bello riconoscere l’enorme lavoro fatto dal Ministero della Salute e dai vertici dell’Unibas , Direttore Amministrativo e Rettrice in testa, e anche dagli uffici della regione stessa, perché qualcuno ha lavorato, e tanto, anche negli uffici della Regione .
Si è visto un gruppo di Funzionari appartenenti a diverse istituzioni confrontarsi e lavorare insieme, mettendosi al servizio di un obiettivo comune; io avrei messo in risalto questo. Su chi abbia dettato lo spartito io dubito che siano stati Bardi , Leone e c. : i fatti parlano chiaro basta saperli leggere con onestà.
Il fatto che la Regione finanzi il corso di Medicina in una Università che si chiama Unibas è normale, il fatto che il Ministero preveda lo stanziamento di fondi propri per sostenere l’avvio della Facoltà di medicina in Basilicata, invece, rappresenta una eccezione valevole per la Basilicata, un fatto molto raro, forse ( se non sbaglio) un unicum. Il Ministero della Salute metterà sul piatto 3 milioni e mezzo di euro per tre anni per la Facoltà di Medicina a Potenza.
2) La considerazione più importante, quella a cui tengo di più: mi sembra che l’assessore abbia lo sguardo rivolto al passato e usi l’annuncio della Facoltà di Medicina come una clava per bastonare mediaticamente quelli che c’erano prima ( perché la colpa di quello che va male è sempre loro si sa , mentre i meriti di quello che si fa o che si farà sono tutti miei) ma è molto banale e molto limitativo fermare le riflessioni su questo punto.
Dai vertici Istituzionali della nostra Regione mi aspetterei altri tipi di ragionamenti.
Come ho già avuto modo di scrivere in passato : “ Siamo a un punto di partenza e non a un punto di arrivo. L’istituzione della Facoltà di Medicina può rappresentare una grande opportunità a condizione che le Istituzioni Locali sappiano inserirla e modularla in una cornice di programmazione e visione del territorio. Non si tratta solo di metterci risorse materiali, ma di avere le idee chiare e accompagnare negli anni un processo. Abbiamo l’occasione per qualificare alcuni reparti del San Carlo e di altri presidi territoriali rendendoli reparti/punti di eccellenza, dove si faccia studio e ricerca e si sperimenti innovazione. La sicurezza e la salute delle persone possono essere messe al centro di una programmazione tesa a creare un nuovo modello di Regione: una Regione che faccia della salute, della sicurezza delle persone, e della sicurezza del territorio (rischio idrogeologico-rischio sismico) i cardini di una visione e di una lungimirante programmazione. Qualificare i servizi alla persona e mettere in moto le imprese del settore dell’edilizia (e non solo) senza ulteriore consumo di suolo ma mettendo in sicurezza l’esistente, io proverei a lavorare su questi temi. Il lavoro serio per un Governo Regionale che voglia mettersi davvero alla prova comincia ora: cimentarsi in una sfida importante di programmazione e di visione. Allo stesso modo per la Città di Potenza, per il Sindaco Guarente e la Giunta, questa può essere l’occasione per mettersi al lavoro sull’idea di Citta Universitaria: individuare alcuni servizi e qualificarli; creare un’offerta di servizi e una habitat culturale che renda la permanenza degli studenti a Potenza una esperienza piacevole oltre che formativa: è questa la sfida in cui ci si deve cimentare. Auspicherei che intorno a questi obiettivi, se le istituzioni locali saranno in grado di costruire un canovaccio e mettersi a lavoro, ci sia piena collaborazione tra la maggioranza e una opposizione che faccia da stimolo e pungolo critico in un‘ottica costruttiva. Una Regione e una Città che vogliono essere all’altezza delle sfide del futuro devono prendere l’istituzione della Facoltà di Medicina non come un punto di arrivo, ma come un punto di partenza, una opportunità per ripensare e ripensarsi, una miccia che accenda il fuoco della visione attorno al quale costruire una nuovo modello di Regione e una moderna Città di servizi”.
Ecco mi piacerebbe che i vertici istituzionali regionali e la società civile tutta si ripiegassero su questo tipi di ragionamenti.
Giampiero Iudicello